«Dopo 4 anni, questa Amministrazione non è stata in grado di dare alla città il principale strumento di pianificazione del suo sviluppo. La variante generale al piano regolatore della giunta Gaiarin, revocata in modo pretestuoso nell’aprile del 2020, quando era pronta per essere definitivamente approvata, non è stata sostituita con nulla. Sono stati persi per strada anche i professionisti incaricati di redigerla.»
È ancora una volta dura la critica del PD, negli interventi dei consiglieri comunali Da Giau e Moras in sede di dibattito sul rendiconto.
«L’esame dello stato di avanzamento dei programmi mostra l’incapacità di Sindaco e assessore di governare la pianificazione della città.» spiega Da Giau «Era stato lasciato loro uno strumento aggiornato che rispondeva alle richieste dei cittadini in modo organico e ne hanno fatta carta straccia, in nome di incomprensibili e risibili indirizzi. Oggi lo sviluppo urbanistico sta procedendo a suon di varianti puntuali, sul vecchio piano regolatore, che, pur valido, non risponde a criteri adeguati ad una situazione di contesto profondamente cambiata. Quando arriveremo a conclusione di questa variante finiremo per acquisire solo ciò che è già stata fatto in modo disordinato.»
Continua Moras: «Non si può appellarsi solo al Covid per giustificare questo ritardo. La lettera con cui i professionisti incaricati rimettono il mandato motivando la cosa con la lunghezza dei tempi (8 mesi) con cui i documenti da loro prodotti sono stati esaminati, la dice lunga sull’impreparazione dei nostri amministratori. Così come i tempi lunghi che gli uffici regionali hanno dovuto attendere prima che qualcuno si facesse vivo per avviare le procedure per l’adeguamento al Paino paesaggistico regionale. Cosa che poteva essere evitato, oppure condotta in un secondo tempo con calma, se fosse stata approvata definitivamente la precedente variante».
«Se chi sa fare fa, come recita il motto del Sindaco – concludono i consiglieri – il non aver fatto in tema di variante non può che significare il non saper fare, se non a parole.»