Sul cumulo misto di terra di circa 10/15 metri cubi, presente nel cantiere di riqualificazione della casa colonica in Villa Dolfin, sono stata svolte a nostro parere, indagini troppo poco approfondite. Un protocollo più rigoroso sull’intero cumulo avrebbe potuto evitare una spesa così elevata, che è sempre sostenuta coi soldi dei cittadini. Per questo abbiamo espresso il nostro voto contrario alle Variazioni di bilancio votate al consiglio comunale di settembre.

Abbiamo in particolare contestato i 90.000 euro messi a bilancio per lo smaltimento del materiale in cui è stata rilevata la presenza di amianto complice il ritrovamento di qualche pezzo di camino in eternit che si collocava all’esterno delle abitazioni per espellere i fumi delle stufe. Abbiamo avuto modo di leggere la relazione di accompagnamento ai risultati delle analisi e in particolare il consigliere comunale Giuseppe Moras, da tecnico, ha sollevato dubbi fondati. La classificazione del materiale (terre e rocce da scavo) non è in linea con le regole di classificazione previste dalla normativa vigente. Non ci sono gli elementi per dichiarare con certezza che quelle terre debbano essere classificate come rifiuto pericoloso e comunque non è possibile stabilire se e quali caratteristiche di pericolo possano essere assegnate o meno, perché non si è campionato l’intero cumolo. E’ chiaro che queste incertezze vanno chiarite prima di fare qualsiasi operazione di smaltimento diretto o di trattamento eventualmente necessario, prima dello smaltimento.

Comprendiamo che il rinvenimento di rifiuti contenenti amianto possa indurre ad una azione di massima tutela, ma l’applicazione di una rigorosa procedura di analisi garantisce sia la reale protezione della salute dei cittadini che le loro tasche. Non mancheremo di stimolare ancora i tecnici comunali perché le cose vadano fatte al meglio.

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