Dietro l’alienazione di un bene pubblico come le ex scuole in via Roma non c’è evidentemente alcuna progettualità se non quella di vendere per fare cassa e poter finanziare l’ampliamento del cimitero. Dare un nuovo spazio alla biblioteca, più ampio, corredato di aule studio e luoghi a disposizione per i giovani e le famiglie si configurava come un’idea progettuale innovativa e adeguata al contesto di centro storico; la giunta Sartini, invece, dopo cinque anni di evasività sul tema, ora, al di fuori delle linee programmatiche di mandato, decide di vendere per fare appartamenti e aprire nuovi esercizi commerciali, mentre quelli esistenti in centro vanno via via a chiudersi.
La cifra con cui viene messo sul mercato l’ex scuola, è frutto di una perizia del 2020, anno dal quale il mercato immobiliare è cambiato e sono cambiate anche le modalità di calcolo del volume edificabile ora più favorevoli. Questa scelta salta fuori all’improvviso e ci si affretta a giustificarla come parte di una strategia di rilancio del centro storico, come se costruire appartamenti e negozi, portasse automaticamente vita e attrattività. A Porcia, soprattutto, dove i prezzi per le case sono molto alti, abbiamo tanti immobili vuoti e dove i dati esposti nel DUP, ci dicono che solo negli ultimi 5 anni hanno chiuso oltre il 10% delle attività di commercio e ristorazione.
Come PD ci siamo dichiarati fortemente contrari a questa ipotesi e abbiamo presentato un emendamento per stralciare dal piano delle alienazioni l’edificio dell’ex scuola. L’emendamento non è stato ritenuto ammissibile perché le entrate previste dalla vendita, servono per l’ampliamento del cimitero di Porcia. Insomma, pur nel rispetto doveroso a defunti, si toglie uno spazio ai giovani per farlo a chi non c’è più. Siamo invece convinti che questo bene pubblico non andrebbero svenduto, ma posto al centro di un progetto in cui i giovani, le famiglie e le associazioni possano diventare attori principali, a maggior ragione con la confermata futura realizzazione della nuova area sportiva all’aria aperta coi campetti a libera fruizione che dovrebbe nascere in via Vietti e che certo non sarebbe gradita a chi si apprestasse a comprare, a prezzi cospicui, una residenza nelle vicinanze.