A parte il palazzetto finanziato dal PNRR che ha scadenze precise, l’impegno finanziario di buona parte delle opere pubbliche previste nel triennale approvato con il bilancio di previsione, è programmato per il 2027. Si sa che questo è un segno che siamo ben lontani dall’avere le coperture e che le opere tanto annunciate sono in ritardo. Forse una progettazione più misurata ai bisogni reali della città sarebbe stata più opportuna, visto che la manna dei finanziamenti da Stato e Regione, è prevista cadere con molta meno intensità.

Non per guardare al passato, ma per quella avvedutezza e misura che riteniamo dovrebbero essere proprie di un amministratore che davvero si comporti nella gestione delle risorse pubbliche come un buon padre o una buona madre di famiglia, non smetteremo di sottolineare come la smania del sindaco di fare di qualsiasi opera pubblica un proprio trofeo personale di cui vantarsi a prescindere dai bisogni reali della popolazione, finisca per ritardare le opere e gravare sulle tasche dei cittadini in modo improvvido.

Pensiamo solo ai progetti nel brolo della Villa. Avremo due foresterie e un ristorante che non sappiamo da chi e come potranno essere gestite. Avremo un auditorium il cui progetto si è dovuto più volte rifare per rispettare i vincoli della soprintendenza per il puntiglio di costruirlo laddove non poteva stare e laddove nonostante gli 8 milioni di euro che verrà, se tutto va bene, a costare, non potrà essere funzionale a tutto ciò che il sindaco dice che potrà servire. Oltre al fatto che, al momento non è finanziato e ci terremo la squallida carcassa di cemento armato, che la vicesindaca chiama loggia, per anni. Nel frattempo, abbiamo lasciato passare un bando per i giardini storici che avrebbe potuto permettere di sistemare il brolo. Insomma, stiamo sottraendo un’infinità di spazi alla fruizione dei cittadini. Se solo ci si fosse attenuti ai progetti lasciati in eredità, oggi la situazione sarebbe molto diversa.

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