«Non ha ancora prestato giuramento per il suo secondo mandato, e il rinnovato sindaco Sartini annovera tra le sue prime iniziative è quella di scrivere al Ministero dell’Interno per sapere se e come può limitare il diritto di accesso agli atti ai consiglieri comunali. Ci sembra un’interpretazione un po’ troppo “estesa” di quella che è la fiducia datagli dal voto dei cittadini».
È il gruppo consigliare del PD a manifestare il proprio disappunto, dopo aver ricevuto in copia la lettera inviata dal Sindaco al dipartimento per gli affari interni e territoriali del Viminale. Nella lettera si chiedono delucidazioni su quali limiti che possono essere legittimamente posti al diritto di accesso dei consiglieri comunali, soprattutto nel caso di un consigliere non ancora convalidato, su come deve essere gestita la priorità delle richieste di accesso agli atti da parte dei consiglieri comunali rispetto alle altre attività amministrative, e se possa ritenersi opportuno che il Comune adotti un atto normativo regolamentare per una corretta applicazione del diritto di accesso dei consiglieri comunali in tali situazioni.
«Tutto ciò – spiegano i Dem – nasce da fatto che il consigliere Moras dopo la sua rielezione, ha esercitato il diritto d’accesso ad alcuni atti e documenti dell’amministrazione come da prerogativa di tutti i cittadini ma in modo ancor più ampio, dei consiglieri comunali che, da norma, godono di questo “diritto soggettivo pubblico funzionalizzato”, finalizzato al controllo politico-amministrativo sull’ente, nell’interesse della collettività. Evidentemente questa attività di controllo che in altri casi ha portato ad evidenziare carenze ed errori dell’amministrazione, “disturba il manovratore”».
«Se in parte comprendiamo il periodo complesso per gli uffici, legato all’avvio dei nuovi organi amministrativi e i dubbi espressi nella lettera rispetto al fatto che il consigliere, pur uscente, non fosse ancora convalidato, tuttavia riteniamo che un contatto diretto chiedendo di protrarre i tempi previsti per la risposta, avrebbe trovato risposta del tutto collaborativa nel rispetto delle esigenze di tutti. Avendo il sindaco scelto altra via, ci e difficile non leggere nelle sue dichiarate intenzioni una, neppure tanto velata, volontà di censura. Non è certo un bel segnale per l’inizio della consigliatura».